Dobble è un gioco molto famoso che molto probabilmente hai già tra la tua collezione di giochi. Le sue peculiarità sono:
- un costo basso
- facile trasportabilità
- davvero divertente e veloce come gioco da proporre anche in famiglia
In questo articolo voglio spiegarti come poter sfruttare i meccanismi sia del gioco base che di una variante inventata da me, che spesso uso durante le sessioni di terapia, per migliorare alcuni aspetti dell’attenzione e della capacità di comunicazione del tuo bambino.
Partiamo subito allora:
Versione standard
Tipo di attività: potenziamento funzioni esecutive
Difficoltà: 
Da proporre a : Consigliato anche per bambini con DSA.
Istruzioni: il gioco base di per sé è già un ottimo esercizio e consiste nell’essere il più veloci a trovare il simbolo in comune tra le carte presenti in mano o nel “pozzo” (dipende dal tipo di gioco scelto tra le 5 modalità disponibili).
Questo stimola l’attenzione focalizzata in quanto il bambino deve concentrarsi per essere il primo a raggiungere lo scopo, ovvero quello di dire e indicare il nome dell’icona uguale presente tra la sua carta e quella del mazzo a terra.
Il gioco favorisce l’autoregolazione emotiva poiché aiuta il bambino a contenere le proprie reazioni e gestire le emozioni significative imparando a gestire lo stress dovuto alla competizione tra i giocatori. In base alla tipologia del gioco scelto ci sarà sempre un vincitore nominato in base al numero di carte conquistate o liberate!
Variante
Tipo di attività: stimolazione abilità comunicative, discriminazione visiva
Difficoltà: 
Da proporre a: bambini con disturbo dello spettro autistico.
Istruzioni:
Questa variante differisce molto dal gioco base ma ne prende alcune caratteristiche semplificando il processo di apprendimento del bambino.
Sediamoci a terra in una stanza con il minor numero di distrazioni.
⚠ Attenzione: Assicuriamoci che la pronuncia delle parole sia assolutamente corretta.
In caso del raggiungimento del picco di stress non abbandonare il gioco ma scendere di una o più fasi per poi riprendere quella corretta una volta stabilizzato.
Inizialmente, nella fase 1, prendiamo 1 carta in maniera casuale dal mazzo e poniamola di fronte al bambino e indicando con un dito le figure chiediamo di identificare e ripetere i nomi delle figure presenti sulla carta. Finita la prima continuiamo con la seconda e così via fino al momento in cui ci rendiamo conto che il bambino abbia coscienza della nomenclatura di tutti gli oggetti che di volta in volta hanno forma e anche colore diversi a seconda della carta.
Arrivati a questo step di coscienza possiamo passare alla fase 2 dove faremo l’inverso della fase 1 ovvero al bambino chiederemo di indicarci la figura che chiameremo noi fino a quando raggiungerà una certa familiarità con molte delle figure presenti.
Nella fase 3 prenderemo da 2 a 9 carte e ne porremo da 1 a 8 a semicerchio rivolto verso il bambino, per terra di fronte a noi, ed ne mettiamo una di fronte al bambino in modo che siano di facile consultazione e ben raggiungibili da lui.
Così facendo il bambino avrà una carta con un simbolo presente almeno una volta in una di tutte le carte poste di fronte a lui. Riprendiamo la meccanica del gioco per la quale bisogna trovare le figure uguali presenti sulle carte fino a esaurire tutte le carte poste di fronte al bambino.
Partiamo da sinistra in senso orario fino ad arrivare all’ultima carta. Non è necessario arrivare a 8 carte ma l’importante è dichiararlo prima al bambino. Ad esempio possiamo imporre che il gioco finisca alla terza carta.
Interrompiamo il gioco alla conclusione di queste carte fornendo un rinforzo positivo.
Data la gradevolezza e semplicità delle immagini presenti sulle carte risultano essere di per sé un valido rinforzo ed utili a stimolare l’uso del linguaggio e l’interazione poiché incrementano l’attenzione del bambino. Fondamentale nelle fase è il contatto visivo tra bambino e interlocutore.
Inoltre, di tanto in tanto, si può richiedere al bambino di indicare il soggetto più piccolo e/o quello più grande raffigurato sulle carte favorendo così il riconoscimento delle dimensioni degli oggetti.
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